Erikson autore della Teoria Psicosociale dello Sviluppo, sostiene che la «terza età», sia il momento dell'incontro e dell'integrazione di «dimensioni psicologiche».
Una fase in cui si rivedono le decisioni prese nel corso della propria esistenza, alla luce di nuove informazioni, cercando di dare una spiegazione, una giustificazione, un senso a quello che si è fatto e a quello a cui si è rinunciato.
In questo particolare momento della vita può affiorare anche la consapevolezza di non aver più bisogno (se in passato lo si è avuto) di approvazioni o riconoscimenti, sostituiti dalla coscienza di aver ormai conseguito stili esistenziali propri che possono o meno incontrare l'approvazione degli altri (da qui la difficoltà di far cambiare idea a qualcuno avanti negli anni).
Tra gli aspetti della vita che vengono presi in considerazione vi sono anche la sfera affettiva e amorosa che può intraprendere due vie:
quella triste, rispetto a un'esperienza persa (nel caso delle vedovanze) o mai avuta, nel caso in cui si fosse deciso o non si fosse potuto, negli anni addietro, costruire legami
quella saggia che permette di accettare il tempo trascorso e recuperare nella vecchiaia ciò che non si è avuto prima
L'amore o le relazioni affettive vengono vissute, a seconda del cammino intrapreso, in modo conflittuale o maturo poiché, sempre secondo Erikson, l'adolescenza come la vecchiaia sono stadi complessi.
La ricerca dell'altro e il consolidamento di un rapporto consente di vivere in modo pieno e sano un periodo importante della propria vita.
Uno studio dell'università svedese di Göteborg ha messo a confronto la terza età degli anni settanta con quella di oggi.
Le ultrasessantenni del 2011, a differenza delle loro mamme e nonne, continuano ad avere una vita sessuale attiva, divorziano, escono la sera e sono mediamente in buona salute. In poche parole, si godono la vita.
Per Francesco Alberoni: «Noi tendiamo a innamorarci quando siamo pronti a cambiare». E il cambiamento, è una prerogativa dalla giovinezza.
Certamente il rischio di innamorarsi delle persone sbagliate esiste, esattamente come esisteva quando avevamo 15-20 anni. L'amore, a qualunque età si provi, rende fragili e forti, saggi e stupidi.
Tornando a Erikson chi non è più giovanissimo cerca di dare un senso alla propria esistenza, quella attuale vista e rivista in prospettiva passata e futura e la scelta di abbracciare e rischiare un amore tardivo è prerogativa di chi, non essendo philofobico (paura di innamorarsi) non vede nell'unione con l'altro una minaccia suo Sè.
Non vi è quindi nulla di ridicolo in un novantenne innamorato, ciò che egli ci mostra è la maturità di un uomo che ha deciso di continuare a dare un senso alla propria esistenza.