Accettare le proprie imperfezioni

Abbiamo più o meno sperimentato tutti, almeno una volta nella vita, la sgradevole sensazione di non comportarci o essere come realmente vorremmo.

È una percezione che scatta all'improvviso, magari nel bel mezzo di una conversazione con persone che conosciamo bene oppure che incontriamo per la prima volta.

A volte dura qualche secondo, altre volte ci rimane dentro rafforzando la sensazione che, per scelta o per necessità, non siamo stati completamente autentici.

Se questa percezione persiste, relazionarsi con sé e con gli altri può generare stress sottintendendo un malessere che potrebbe avere le sue origini dal passato.

Un modo per cercare di comprendere quali aspetti di noi mostriamo, nascondiamo e cerchiamo di controllare nelle situazioni di ogni giorno, è farsi domande:

- le decisioni che prendiamo sono autenticamente conseguenza di un nostro pensiero?

- siamo sicuri di agire per scelta e non per non deludere le aspettative di altri (in famiglia, nelle relazioni affettive, amicali, familiari?

- possiamo escludere che alla base dei nostri comportamenti ci sia ciò che gli altri hanno pensato sia bene per noi oppure una educazione centrata sul pensare prima al bene altrui e poi al nostro?

Se è così, il rischio è che alla fine ci troviamo avvolti dalla ragnatela di pensieri facendo scelte e prendendo decisioni, che non sentiamo completamente nostri.

Inoltre applicare sempre lo stesso tipo di pensiero (io ho sempre torto, io ho sempre ragione, sono sempre gli altri a prendersela con me, devo fare sempre tutto io, se non mi occupassi di…) ci costruisce addosso un abito a cui finiamo per affezionarci perdendo di vista quelle parti di noi, che ancora ci sono, ma non conosciamo o usiamo completamente.

Stare bene con sé stessi significa vivere a volte anche con fatica ma equilibrio, agendo in maniera per noi naturale, nel rispetto delle regole sociali, ma come crediamo sia giusto per noi e non per il ruolo che ci hanno convinti di dover interpretare.

Quando dopo una situazione che non ci è piaciuta vivere ci diciamo: «non posso permettere che succeda di nuovo…» dovremmo evitare di pensare che cambiare il nostro modo di essere sia la soluzione migliore.

Lo sarebbe se fosse naturale essere perfetti, senza debolezze, capaci di fare sempre le scelte  giuste, provare solo sentimenti corretti, non farsi condizionare dagli eventi che ci fanno soffrire o gioire.

E allora invece di pensare che basti un colpo di spugna per cancellare quello che non ci piace, proviamo a osservare quel sentirci imperfetti, ricordando che anche le imperfezioni sono una parte di noi e poi, con calma, troviamo assieme a quella fragilità il modo di proporci, relazionarci, amare e amarci in modo diverso.