Adolescenza e genitorialità: l’importanza di comunicare.

Con adolescenza si intende una fase in cui le persone coinvolte nelle relazioni (genitori, ragazzi, insegnanti) si ritrovano a confrontarsi e a gestire cambiamenti importanti sia per quanto concerne il modo di relazionarsi, di investire su di sé e sul futuro (condizionato della percezione circa le proprie capacità), di fare capo alle eventuali criticità.

Tra le possibili conseguenze, quando questi aspetti sono esasperati, ci sono difficoltà a comunicare e disagio emotivo con inevitabili sensazioni di frustrazione, rabbia e impotenza da parte soprattutto dei genitori.

Quello che viene visto e giudicato un comportamento irrispettoso, conflittuale, dirompente, oppositivo ed etichettato come «l’essere adolescente» non tiene conto oppure lo sottovaluta, il dolore emotivo e la confusione che può accompagnare questo momento.

Tra gli aspetti che maggiormente entrano in crisi un posto di elezione l’ha la comunicazione.

Gli adolescenti, riportano spesso i genitori, non parlano. Si chiudono in un loro mutismo, smettono di raccontare dettagliatamente cosa è accaduto a scuola o con gli amici, cambiano modalità di parlare, arricchendo il vocabolario di parole considerate irrispettose e aggressive, mai usate prima.

Per i genitori inizia allora il momento della caccia alle cause di tale inspiegabile cambiamento perché le cose dette che fino a ieri andavano bene, avevano una funzione rassicurante, normativa, improvvisamente non funzionano più. Le regole vengono contestate e non rispettate, le autorità minate, la contestazione è tale da spingere l’adolescente a cercare la sua nuova identità avvicinandosi a gruppi non sempre adatti o funzionali per lui.

Comunicare tuttavia resta la principale risorsa a disposizione di un genitore. Farlo in modo efficace, assertivo, non aggressivo può essere un modo per avvicinare l’adulto al mondo dell’adolescente.