Si fa presto a dire autostima! Una parola strausata, inflazionata, sotto e sopravalutata! Secondo la definizione del Dizionario della Lingua Italiana (Sabatini - Coletti) autostima significa: «stima di sé, valutazione positiva delle proprie capacità.» La Psicologia amplia questo concetto definendola un elemento essenziale per vivere in modo funzionale e sereno, le relazioni, le situazioni che fanno parte delle esperienze, conflitti e tensioni comprese. Braken, per altro autore di un testo sulla valutazione dell’autostima nei ragazzi e negli adolescenti, sostiene sia: «uno stile di risposta appreso che riflette le valutazioni operate dall’individuo delle sue esperienze e comportamenti passati e che predice, in una certa misura, i suoi comportamenti futuri.» Il termine appreso sottolinea come, anche i contesti socio-culturali in cui siamo cresciuti, l’educazione ricevuta, le scelte fatte in passato, abbiano contribuito alla sua percezione. Inoltre, se abbiamo avuto la sfortuna di essere nati e cresciuti in un ambiente in cui veniva spesso ripetuto che non dovevamo essere noi a riconoscerci i successi, le doti e talenti, attraverso frasi quali: «chi si loda si imbroda …»; «lascia che siano gli altri a dirti che vali…»; «non montarti la testa solo perché hai fatto bene un bel voto, ricorda che potresti fare di più…» avere fiducia in sé e nelle proprie abilità sarà una conquista utile per comprendere a che punto siamo nella scoperta di noi, di quello che mostriamo al mondo e di quello che dal mondo prendiamo per un confronto adatto e funzionale. Oltre al riconoscimento delle figure significative della nostra infanzia, l'amore di Sé e la visione di Sé sono due altri elementi importanti per una sana ed efficace autostima che nasce e si sviluppa-rafforza dal confronto costante e ininterrotto tra ciò che sentiamo e ciò che gli altri ci rimandano. All'inizio non spetta a noi gettare quel semino che, se ben «annaffiato», crescerà senza troppi problemi. I genitori o le figure genitoriali attraverso la sensibilità, l'affetto, il rispetto dei nostri tempi e del nostro essere, ci insegneranno ed accompagneranno nel primo percorso di vita, permettendoci di sperimentare i confini, sfidarli sopportandone anche le sconfitte. Con un bagaglio così ampio saremo pronti ad uscire dal nido e, portando con noi nel pensiero e nell'esperienza, ciò che abbiamo imparato dalla stabilità affettiva, potremo metterci in gioco, alla prova nel confronto con gli Altri sapendo accettare: - i limiti nostri e loro, - superando le critiche, facendone tesoro, se corrette, - elaborando di volta in volta modalità di risoluzione per ogni evento contrario, - stabilendo così una buona capacità individuale di gestire e reagire alle avversità. Amarsi, perché ci hanno insegnato che è permesso a farlo, significa soprattutto: - non temere il giudizio degli altri, - non lasciarsi condizionare dalle loro espressioni, - non mettere in dubbio i nostri talenti e le nostre unicità - non rinunciare a scelte che potrebbero cambiare il nostro modo di essere, - perseverare negli obbietti e nei progetti in cui crediamo. Senza perderci di vista, senza dimenticare che se siamo noi i primi a giudicarci severamente e che, anche gli eventuali insuccessi, ci consentiranno di trarre forza dall'esperienza. Ricordando che uno dei bisogni più grandi di cui abbiamo bisogno è di sentirci amati.