Amicizie, relazioni e cambiamenti.

Nel positivo come nel negativo in molti casi, la gente si abitua all'immagine pubblica di noi.

Possono essere relazioni di coppia, amicali, parentali, di lavoro ma una volta che abbiamo dato le coordinate di come siamo in quelle relazioni, cambiare rotta diventa faticoso e difficile.

Può capitare però che noi siamo alla ricerca di un cambiamento.

Perché ciò che siamo, il modo in cui lo siamo, i desideri che non riusciamo a soddisfare o le delusioni che dobbiamo affrontare diventano insostenibili, creano disagio, arrivano a parlarci attraverso somatizzazioni e malesseri.

Allora può succedere che decidiamo di fare qualcosa: può essere un percorso di crescita personale, la partecipazione a un corso di autostima, oppure modificare da soli, o tentare di farlo, quei comportamenti che, si è deciso, non ci piacciano più, non siano più funzionali per noi sempre o all’interno di determinati contesti relazionali.

Come diceva Rogers, perché sia possibile cambiare, è prima necessario accettarci per quello che siamo, riconoscere imperfezioni e fragilità, perché senza l'amore per sé non si può andare da nessuna parte.

Così succede che in una serata tra amici, in cui hai voglia di essere autenticamene presente in una conversazione, lasci da parte la tua infinita pazienza, la tua assertività, la tua disponibilità a concedere agli altri sempre l'ultima parola e semplicemente esprimi i tuoi pensieri 'puliti' dai filtri che usi giornalmente.

È un'esperienza che molti abbiamo fatto e che ha inevitabilmente generato conseguenze.

C'è chi ha scoperto che ci sono situazioni in cui si può essere liberi di mostrare parti di noi, di raccontarci e mostraci all'altro come forse non abbiamo mai fatto prima, per fiducia, per rispetto e allora quel confronto riscrive i confini di una relazione che assume nuovi valori.

Ma può succedere anche che l'altro non voglia stare con il tuo nuovo o diverso modo si essere.

Chiuda la comunicazione, scivoli su un piano diverso di quello del confronto.

Non ascolti, non voglia prendere parte in modo maturo a una conversazione in cui tu, da ascoltatrice passiva, rompi il guscio e timidamente muovi i primi passi verso il bisogno di essere ciò che desideri essere, scoprendo che, all'altro, non interessa il tuo nuovo modo di stare nella relazione.

Avvertire una sensazione di sconfitta e perdita in quel caso, può essere inevitabile, possiamo perfino farci sommergere da sensi colpa, per aver osato essere diversi, ci facciamo mille domande correndo il rischio di dubitare della decisione presa.

Non c'è nulla di sbagliato nell'essere sé stessi, nel cercare un modo per esprimere le proprie opinioni anche quando la persona che abbiamo di fronte non la pensa come noi.

La nostra responsabilità comunicativa si ferma al rispetto del pensiero dell'altro poiché la relazione VERA è quella in cui tutti sanno accettare opinioni diverse dalle proprie.