Ci sentiamo tristi o siamo tristi?

La tristezza è una emozione primaria, che nasce con noi e che proviamo dopo aver subito delusioni, perso qualcosa o qualcuno a cui tenevamo e che, qualche volta, a causa dell'intensità con cui la viviamo, possiamo confondere con la depressione.

È una sensazione interna, mal comunicabile che accompagna la consapevolezza di aver bisogno di altro, rispetto a ciò che già abbiamo, per stare bene con noi, con gli altri, in famiglia, con chi amiamo, sul lavoro, oppure semplicemente in una serata con amici durante la quale tutti sembrano apprezzare la compagnia e divertirsi, tranne noi.

Spesso arriva all'improvviso, in punta di piedi, quando meno ce l'aspetteremmo, lasciandoci soli a vivere una dimensione incomunicabile e in preda a domande a cui non è facile dare risposte perché non sempre è possibile definire nell'immediato cause e confini di ciò che proviamo.

Se nella nostra vita è «successo qualcosa» di sgradevole, di irritante, di deludente, allora può succedere che identificando una causa, la tristezza ci sembri più accettabile, ma se ciò che la causata non è facilmente accessibile, possiamo sentirci ancora più inermi incapaci di dare riposte a domande che nascono da dentro:

- perché non posso essere felice?

- perché gli altri si divertono mentre io...?

- perché non riesco a capire, dimenticare, perdonare?

- perché nessuno si accorge di ciò che provo?

Una possibile risposa a questa ultima domanda sta nel fatto che la tristezza viene spesso «espressa» ritirandoci, perdendo la fiducia in noi (nella nostra capacità di cavarsela), negli altri (che non comprendono oppure proporrebbero soluzioni facili) allontanandoci però anche dalla possibilità di condividerla.

Quando la tristezza può trasformarsi in depressione? 

Quando diviene l'unica emozione che riusciamo a provare.

Come evitare che ciò accada? 

Definendone le cause, o quelle che noi identifichiamo come tali. Parlando degli eventi che l'hanno preceduta e generata aiuta a osservarla. Farlo con chi può aiutarci ad accettarla, contenerla e gestirla, ci solleva da un malessere che può condizionare pesantemente le nostre esistenze.