Essere «positivi» in un mondo «negativo».

Nessuno di noi è esente da pensieri cupi.

Chi ha l'abitudine di tenere un diario, o di mettere su carta le proprie riflessioni, avrà constatato che si ha la tendenza a riportare, con maggior costanza, gli eventi negativi invece di quelli positivi.

In parte questo è dovuto al modo in cui ci stiamo passivamente abituando ad assorbire le informazioni e a comunicare con gli altri.

Se incontriamo qualcuno per strada che non vediamo da tempo e gli chiediamo: 'Come va?' statisticamente sono possibili due risposte:

1 - 'Va proprio male...'

2 - 'Sto bene, ma ho attraversato un brutto periodo. Due mesi fa...'

Nel primo caso la risposta è comprensibile. Il nostro conoscente sta vivendo una situazione disagevole e sente il bisogno di comunicarlo a qualcuno.

Nel secondo la persona con la quale parliamo, sta bene, ma avverte immediatamente il bisogno di porre l'attenzione sul suo passato problematico e di crisi. 

A queste relazioni vanno aggiunte le notizie divulgate attraverso televisione, giornali, social: la pandemia, meteore che dovrebbero distruggere il pianeta, dubbi sul futuro economico… confronti fra ciò che eravamo e quello che non riusciamo a sopportare di dover essere.

Creare e condividere pensieri di questo tipo può, alla lunga, diventare una modalità di confronto unica che ci fa perdere la capacità di individuare la distorsione di fondo.

L'uso di questa tipologia di pensiero nasce dal bisogno di condividere con qualcuno una preoccupazione profonda che genera ansia e perdita di fiducia.

Confessare al mondo i propri timori fa sperare di trovare qualcuno che sappia dare loro un senso e una risposta, liberandoci da una sofferenza.

Se poi i pensieri negativi e le preoccupazioni sono legate a fattori concreti il rischio è quello che, non trovando soluzioni, si autoalimentino sia le tensioni che le paure. Il pensiero ricorrente, intrusivo, fa accrescere l'ansia e la tensione che ne deriva può causare panico e in qualche caso, depressione.

Cosa fare allora per tentare di uscire da questo circolo vizioso?

  • Stabilisci un tempo e durata in cui ascolterai la tua preoccupazione e quando il pensiero di lei arriverà «fuori orario» allontanalo dicendo ad alta voce che te ne occuperai all’ora stabilita.
  • Se sei una frequentatrice di social e tra i tuoi amici ci sono persone che postano solo notizie catastrofiche mettile in pausa per 30 giorni.
  • Evita di commentare post in cui saresti presa di mira per le tue considerazioni, la curiosità delle risposte genererebbe ansia e ti metterebbe nelle condizioni di pensare alle risposte.
  • Scegli un hobby nuovo che richiede tempo e costanza. Che necessità l’apprendimento di procedure come dipingere, coltivare piante, scrivere, fare origami e dedica almeno un po’ di tempo al giorno a quella attività.

Non sentirti in colpa se, nonostante il periodo di guerre e difficoltà varie, hai voglia di fare, coltivare relazioni, progettare vacanze. Guardare al futuro in modo positivo non significa essere indifferenti o poco empatici, ma attivare strategie si sopravvivenza utili a contenere ansia e preoccupazioni.