Mi conosco, mi accetto, mi voglio bene!

Viviamo in un mondo dove il giudizio impera.

Basta fare un viaggio nei social network per rendersi conto di come, l'esprimere concetti in assenza di giudizi generalizzanti e spesso gratuiti, sia ormai quasi del tutto assente.

Tutti giudicano tutto, soffermandosi sulle apparenze, incapaci di confronti con chi la pensa diversamente da loro, attaccando con parole ignorando empatia ed assertività.

Il contesto sociale in cui il Codiv ci ha proiettati non ha reso migliori. Lo slogan che ci ha tenuto compagnia per giorni e giorni si è rivelato inattendibile, inadeguato, perché le persone rispondono alle situazioni in modo personale, diverso, non sempre funzionale o piacevole per gli altri.

A vivere male certe modalità di comunicazioni (aggressive, giudicanti) è soprattutto chi cerca nell’altro una conferma o disconferma ai suoi timori affidando così all’esterno la possibilità di sostenere la propria autostima ed autoefficacia, perdendo di vista il dovere primario che abbiamo verso di noi: volerci bene!

Per amarsi bisogna accettarsi per quello che si è. 

Per accettarsi occorre conoscersi

Per conoscersi occorre interrogarci.

  • Le cose che faccio, le faccio per me o per altri?
  • So riconoscere i miei bisogni?
  • Sono autenticamente capace di imbastire la relazione con l'altro senza la pretesa di cambiarlo?
  • Mi interessa quello che gli altri pensano?
  • So accogliere la diversità?
  • Mi spaventano?
  • Mi incuriosiscono?
  • Sono una persona libera di compiere le mie scelte senza condizionamenti?
  • So perdonarmi?

Il paradosso del cambiamento dice che: il cambiamento avviene quando una persona diventa ciò che è e non quando cerca di diventare ciò che non è.

Soltanto scoprendo ciò che realmente siamo, vogliamo, desideriamo possiamo impegnarci per realizzare i nostri bisogni.

L'unicità del nostro Sé è la forza più autentica e duratura che possediamo.

Amarsi allora diventa naturale come respirare e il giudizio dell'altro si allontana da me quando espiro.