Pulizie di primavera

Ci sentiamo spesso appesantiti: dai doveri, dalle scelte che sentiamo obbligate, dalla routine, dalle responsabilità... e quasi senza rendercene conto ci ritroviamo circondati da oggetti, mobili e persone che confermano e rafforzano la sensazione di essere zavorrati in un luogo e in un tempo che non vorremmo e che sentiamo non essere buono per noi.

Per prendere le distanze da quello che non ci piace occorrono consapevolezza,  energia, capacità di accettare ciò che siamo e voglia di cambiarlo.

Sono passaggi complessi ma non impossibili, che richiedono tempo, pazienza, fiducia e che spesso, si ha bisogno di fare con il sostegno e la comprensione di qualcuno.
Ci sono tuttavia gesti e atteggiamenti che possono, lentamente, lasciarci avvicinare e provare una nuova leggerezza.

Guardiamo attorno.
Il luogo di lavoro dove passiamo buona parte del tempo com'è?
Ha pareti colorate?
Tendine alle finestre?
Quadri alle pareti?
La postazione di lavoro è lineare, ordinata, oppure invasa da oggetti inutili e si cui potremmo fare a meno?
La nostra casa è un luogo chiaro e sicuro, un porto al quale attraccare per prendere fiato?
Come sono i nostri armadi, le nostra cucine, i nostri cassetti?

La leggerezza è qualcosa che si può incominciare a conoscere e ricercare anche piccole scelte quotidiane che, apparentemente, nulla hanno a che fare con la leggera interiore che stiamo ricercando.

E' una qualità che non va solo immaginata ma concretizzata.

E' liberarsi degli oggetti che non ci servono, che ci fanno vivere nel passato, che ci ricordano ciò che eravamo o ciò che non siamo riusciti a diventare.

Secondo Lella Ravasi Bellocchio, psicanalista junghiana, in un'intervista rilasciata a Natural, per ottenerla occorre «combattere la distruttività, l'aggressività, con piccoli, costanti interventi. Questi mattoncini è come se fossero dei palloncini che teniamo in mano e ci fanno restare sollevati da terra.»