Quando e in che modo può essere utile uno psicologo?

Verso la psicologia e gli psicologi si hanno opinioni diverse.

C'è chi considera un percorso psicologico una opportunità di cambiamento, chi se ne avvale in un momento critico, chi lo valuta inadeguato rispetto alle proprie necessità, chi lo osserva a distanza combattuto tra il «provare» e lo «starne alla larga».

Ciò che spesso non si considera è che, trattandosi di una relazione d'aiuto, è indispensabile che tra professionista e cliente si crei un rapporto dentro il quale lo psicologo garantirà: empatia, accettazione, ascolto, rispetto per la persona e per il periodo di criticità che ci sta esprimendo, fiducia nel processo relazionale e nella capacità di ottenere il risultato migliore, purché questo sia compatibile con un oggettivo esame di realtà.

Un elemento quest’ultimo fondamentale al fine di contenere obiettivi irrealizzabili, che rappresenterebbero un’inutile illusione per il cliente, uno spreco di energie e il rischio di «mettersi al lavoro» percorrendo strade senza meta ignorandone altre, magari secondarie, ma ugualmente efficaci al fine di rimuovere la situazione sentita e vissuta come problematica.

Sono tappe essenziali del percorso:
  1. dare tempo a chi vive un contesto problematico di «esaminarlo» da tutti i punti di vista possibili, partendo dalla sua origine, cogliendone lo sviluppo, cercando di comprendere quando esso condizioni il presente, ponendo attenzione al periodo o ai momenti, se ce ne sono, in cui la sua esistenza risulta meno «problematica» per chi la vive
  2. attuare una «ricerca attiva» di soluzione che tenga conto delle risorse inattivate del cliente e della concretezza della finalità (se una persona che ha difficoltà a relazionarsi in un contesto lavorativo in modo efficace da almeno dieci anni, chiedesse di poter mutare la sua forma di comunicazione in una settimana, sarebbe irrealistico e inutile accettare un percorso con quella tempistica)
Secondo White «ciascuno di noi è un essere che interpreta; che cerca di interpretare la propria esperienza nel momento stesso in cui la vive (…). Per farlo ha bisogno di una cornice di riferimento che lo aiuti a contestualizzare l’esperienza e renda possibile conferirle significato.»