Intanto non ci è facile chiederci come mai, pur riconoscendo il limite di un comportamento, per esempio aggressivo oppure passivo, non facciamo nulla per cambiarlo. Anzi, lo rafforziamo con l'alibi delle credenze. Ciò raramente ci porterà a cambiare l'idea di partenza e consoliderà invece la convinzione, che non siamo noi la causa dei nostri mali, ma lo sono qualcosa o qualcuno esterni. In realtà viaggiare nei meandri del proprio Sè, se fatto con autenticità e convinzione, ci fa intraprendere un cammino interessante, che ha come meta un migliore relazione con noi stessi a partire dal cambiare quello che di noi non ci piace. Se abbiamo la sensazione che quanto diciamo non sia ascoltato, che le nostre idee non siano mai quelle giuste e che tutti, eccetto noi, siano bravi, cominciamo col riconoscere che non possiamo costringere gli altri a cambiare, ma possiamo modificare il modo in cui noi interagiamo con gli altri e vedere cosa succede. Se la mia sensazione è di non essere vista, per esempio, posso incominciare a chiedermi: cosa faccio io perchè questo accada? E provare a progettare un piccolo passo verso il cambiamento. Una cosa semplice come anziché arrivare per primi ad una riunione d'ufficio e sedere in disparte, arrivare in orario, trovare una collocazione più visibile «e vedere di nascosto» come diceva una celebre canzone «l'effetto che fa.»
La percezione che abbiamo di noi ci condiziona parecchio.
Attenzione a non attribuisce troppo all'esterno le motivazioni delle risposte che ti darai.