I disegni dei bambini.

Quando i bambini impugnano la matita e i colori vedono, nelle figure che tracciano sul foglio, la possibilità di concretizzare il soggetto a cui stanno pensando, sia esso un genitore, un nonno, un amico, un animale, un fiore… 

L’acquisizione di competenze grafiche però, passa attraverso una serie di pre-requisiti funzionali cosicché la creazione di disegni, che possono lasciare gli osservatori perplessi, può essere caratterizzata da elementi ambigui (figure umane imponenti, colori inadeguati agli oggetti), senza che questi abbiano nulla a che vedere con lo stato emozione del disegnatore. 

I primi elaborati con contenuti più comunicativi si hanno attorno ai 5 anni (non è una regola e ogni bambino ha i suoi tempi), quando aumenta la capacità di disegnare ciò che si osserva arricchendolo di aspetti emozionali quali il bello, il brutto, la paura, la noia… espresse con modalità in linea allo sviluppo del bambino. 

Inoltre ogni elemento grafico acquisisce un significato differente a seconda del contesto nel quale è inserito ed è condizionato dalla libertà del piccolo autore. 

La richiesta di un disegno a comando sortisce un’immagine diversa da quella fatta liberamente. 

Può quindi capitare che se si vuole fare un regalo alla mamma, alla nonna, alla maestra si usino colori e immagini di un certo tipo mentre se viene assegnato il compito di fare un disegno questo contenga elementi e colori meno piacevoli. 

Ma si può educare un bambino al disegno? 

Come ogni aspetto della vita la relazione con l’arte è definita dalle esperienze, dalle influenze culturali, dai contesti sociali.

Risente dei limiti, motivazionali o procedurali, quest’ultime legate anche alle competenze cognitive.

Ma anche dalla possibilità di osservare il disegno (quadri, personaggi dei fumetti, genitori che a loro volta disegnano); dalla relazione che viene a costruirsi in ambito scolastico con chi dovrebbe facilitare il disegno, sia attraverso il fornire materiale utile (un bambino di 5 anni non può usare la china con l’obiettivo di non sporcarsi o non sporcare il foglio) che liberamente fruibile (non dare al bambino ciò che non può o non deve usare). 

Il disegno inoltre è sicuramente una forma di comunicazione ma non deve essere fraintesa. E’ possibile che alcuni soggetti inseriti nei disegni, le ambientazioni, l’uso di colori siano narrazioni delle esperienze fatte, ma è altrettanto probabile che l’uso di colori «cupi» o definiti dai genitori «aggressivi», alla fine sia solo una scelta artistica che nulla ha a che vedere con la loro vita emotiva.